Perché “Andrà tutto bene” non è solo un motto buono per un lenzuolo sul balcone, ma la dichiarazione d’amore più bella che ci possa essere
Vi siete mai chiesti, in questi mesi, o forse pure in questi giorni, se ci volesse un lockdown per insegnarci il vero senso di quei valori e quelle parole che, nella vita prima del Covid, forse molti di noi davano per scontate? Tipo, ad esempio, “amore”. No, sul serio, provate a fermarvi un istante: come è cambiata la percezione dell’amore durante il lockdown?
Poco, parecchio, tantissimo, per niente? O forse, semplicemente, ognuno nel modo giusto per sé. Ma è innegabile che durante il lockdown, contraddistinto da una convivenza forzata, abbia portato le coppie che vivono sotto lo stesso tetto a guardarsi da una prospettiva diversa.
In molti casi, l’amore è diventato qualcosa di terapeutico, superando i limiti della normalità, affacciandosi a quello spazio infinito dal profumo di “Per sempre”: prendersi cura dell’altra persona e sentirsi bene quindi, di conseguenza, prendersi cura di sé. Un viaggio costante tra ragione e cuore, scoprendo lati della nostra umanità che ignoravamo o che avevamo messo in un angolo, il tempo che si dilata entrando nelle fibre del rapporto, creando nuova normalità e portando luce nel cono d’ombra delle paure quotidiane.
Perché “Andrà tutto bene” non è solo un motto buono per un lenzuolo sul balcone, ma la dichiarazione d’amore più bella, la buonanotte ideale dopo una cena di pianti in vista del giorno che verrà, l’eterno in un numero finito di giorni, ore, minuti.
Deboli e forti, siamo stati tutto questo riscoprendo l’amore durante il lockdown o forse vedendo il suo vero aspetto per la prima volta. “Andrà tutto bene”: quanto volte se lo sono detto, invece, quelle coppie a cui un Dpcm ha impedito di passare la quarantena assieme. A volte per una questione di un paio di chilometri, altre perché in mezzo c’era una Nazione. E ci hanno creduto, ci credono ancora.
Davanti a uno schermo, accarezzandosi virtualmente, dicendo che il loro amore quella prova l’avrebbe superata, mantenendo questa promessa, fino al giorno in cui le frontiere hanno smesso di esistere, gli schermi si sono spenti e un abbraccio ha portato il sole dopo mesi di pioggia. Il tempo da recuperare, istanti per scoprire nuovamente il senso della parola amore. Amori che vincono la prova del tempo e dello spazio, amori che trovano un equilibrio nella loro imperfezione, amori in cui si soffre inutilmente e altri per cui vale la pena soffrire.
Amore: il motore che muove il mondo, la cosa più difficile da comprendere. O quasi. Perché c’è chi ci ha provato, come la psicoanalista Adriana Tremolada, con la sua opera prima prossimamente in uscita per Alise Editore, “Amori finiti, amori infiniti”, dove racconta gli aspetti di questo sentimento, tra sofferenze e trionfi, il tutto dal suo punto di vista, quello di una professionista affermata del settore. Ci sarà riuscita? Beh, forse è il caso di andare in libreria per scoprirlo. E voi, sì, proprio voi che state leggendo: come è cambiata la vostra percezione dell’amore durante il lockdown? Federico Bonati